Attualizzare ricordi

Lecce, Ex Conservatorio S.Anna, Ficus Magnuloides

Lecce, Ex Conservatorio S.Anna, Ficus Magnuloides

Tre incontri di focalizzazione a Lecce ( –> ) sul tema “Il ricordare”: belli, interessanti nel complesso, ma con pochi partecipanti: 10, 13, 8 i presenti nei tre pomeriggi.
Rimane, questa, ancora una proposta di nicchia, ma occorrerebbe ravvederne un’urgenza sociale ormai indilazionabile da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Come far fronte, sempre più per tanti, a gravose e pervasive difficoltà psicologiche? La comunicazione multimediale diventerà sempre più emergenza sociale, per una certa tendenza che anche utili reti informative possono al tempo stesso costituirsi come scafandri di isolamento sociale creando solo illusione di essere parte di quelle reti. La rete supporta lo sviluppo soggettivo, ma chi si affaccia ad essa è auspicabile che abbia sviluppato una capacità essenziale di interazione per governarla e gestirla. In caso contrario l’ammaliamento può risultare fatale: si è in contatto con tanti ma si rimane fondamentalmente soli.


D. ricorda il nonno; è intenzionata a scrivere un libro su lui, di vita contadina, i suoi detti e consigli; l’epoca: senza luce elettrica nella casa in campagna. Ed oggi? che per comunicare in casa col marito ricorre talvolta persino a sms, e col figlio altrettanto, e più. Tristezza immensa per lo scarto fra la vividezza relazionale di quell’allora ormai scomparso e quest’adesso supertecnologico in prevalente solitudine. Il ricordo che si attualizza diviene fonte energetica per una trasformazione del presente. E sulla scorta della narrazione D. manifestava l’intento di non rassegnarsi all’andamento attuale in famiglia: ne è convinta, e ad una decisione intende giungere.

Nel gruppo la voce del singolo acquista un’eco, un riverbero che la amplia e dilata e le offre un rimbalzo oltre l’immediatezza, per i significati che ognuno coglie e che rinvia talvolta come messaggi espliciti, ma il più delle volte come viva presenza d’ascolto.

È alquanto attuale il tema del ricordare, proprio perché cresce nella nostra società un livello di preoccupante smemoratezza. L’aumento esponenziale di Alzheimer ne è solo un sintomo. Ma tutte le malattie includono un certo ché di dimenticanza rispetto a se stessi, dei propri bisogni essenziali, della propria storia. Bisogno di dimenticare o bisogno di ricordare? Alienazione e oblio, o presenza e ricordo? Ci giochiamo la vita e l’esistenza, in questa scelta. Pervengono dei ricordi dolorosi, e serpeggia l’opinione nel gruppo che sia meglio dimenticarli, giacché non agevolano il vivere. Ma ho idea diversa in merito: il ricordo è la traccia di un’esperienza vissuta; occultare quella traccia, non fa scomparire l’esperienza che l’ha determinata.

Ma se non la vedo, almeno non mi addoloro per tutto ciò che quel fatto mi ha provocato.

Rispetto il bisogno di silenzio, di evitare di riportare alla luce fatti tristi e dolorosi. Mi chiedo perché però si sia detto di essi. È un controsenso accennarvi per dire che non li si vuole rievocare. Che continuino forse a ferire nascostamente?

Ma se ne parlassi il dolore sarebbe maggiore.

Si aprono altri versanti di conversazione nel gruppo. Non vi sono sensi obbligati. Si rispettano opinioni e tempi di ciascuno.

Prodigiose esperienze energetiche, questi gruppi, che nell’immediatezza del contatto aprono ad una reciproca fiducia! Si può raccontare, ci si può aprire, confidare, ci si sente accolti, ascoltati; può essere importante ciò che ciascuno ha da dire, ma è comunque importante ciò che si sta ascoltando; si può imparare, apprendere, ritrovarsi in quanto si ascolta; può essere importante ciò che ciascuno può dire a commento di quanto si ascolta. L’esperienza di ciascuno è importante. Ma c’è soprattutto l’indicazione guida ad ogni passo, il fuoco del lavoro sull’onda di un interiore quesito proposto:“Come sto mentre sono qui?, mentre parlo o ascolto?”. Ed è questa la cerniera da scorgere e rendere più agevole, fra mondo interiore e presenza nella relazione; elemento di raccordo che giunge a caratterizza alla base l’incontro, quale opportunità di ricerca sul piano dell’immediatezza e della reciprocità. Meraviglia qualcuno ravvedersi a esternare storie e aspetti di sé in contesto di persone appena conosciute. Ma solo per un attimo, giacché l’esperienza che fluisce apre un possibile nuovo incontro.

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.