Patrocinio:
Comune di Lecce
ASL Lecce (Autorizzazione n. 776/2017)
SIPG – Società Italiana Psicoterapia della Gestalt
Centro Servizi Volontariato Salento
Presentazione del tema
Dono, modalità essenziale per declinare l’esistenza in senso propositivo, che altrimenti rischia di scadere in banale passaggio mordi e fuggi fra le strade del mondo. Si è grati ai genitori, alla vita, a Dio, chi e per quanto li si custodisca in cuore, per il dono ricevuto. E da questo primo ogni altro ne deriva: il ritrovarsi prossimi a condividere una condizione, un’esperienza, un gesto, una circostanza. Ne scaturiscono a sua volta i doni che si è soliti identificare come tali, gli oggetti-regalo, testimonianza comunque di relazioni percorse da un essenziale reciproco flusso donativo, anche se la superficialità dell’oggetto talvolta o troppo spesso occlude il senso della relazione più profonda che esso sottende, e la venalità ne deteriora il senso ultimo. Ogni disguido che sorga intorno a un dono, offerto o ricevuto, circa ad esempio il suo valore rispetto ad un’attesa, o su quanto sia gratuita e libera elargizione o abbia invece reconditi fini, su questo si misurano tante relazioni: quanto si sarebbe desiderato o addirittura si sarebbe meritato, per quanto si è dato, e che non è invece ritornato per come si sarebbe sperato! O quanto si sarebbe potuto ricambiare più e meglio per un dono ricevuto mentre ha prevalso diffidenza e chiusura!
Può scorgersi una contraddizione già in una certo linguaggio intorno al dono,
E come comporre quella (emergeva nel dialogo dell’11 ottobre scorso) per la quale, a fronte della gratuità che è necessario contraddistingua ogni dono per dirsi tale, si è soliti ritenere che chi lo riceve debba “sdebitarsi”, che, quindi, la gratuità determinerebbe una obbligatorietà nella risposta.
In una società che tende a ingabbiare nel valore monetario persino gli elementi essenziali del vivere diventa essenziale riscoprire il senso e il valore del dono, della gratuità che lo rende tale e della insostituibile ricchezza di umanità a cui apre le porte.
Allorquando viene meno la dimensione del dono, la vita s’impoverisce, le persone sono più sole; crescono disagio, diffidenza e malessere.
Sviluppo psicologico è coltivare la dimensione del dono che apre il respiro e a rapporti di fiducia reciproca.
I Gruppi di Focalizzazione sul Vivere e Comunicare sono opportunità di incontro creativo fra chi vi partecipa. Si basano essenzialmente sulla possibilità di sfoltire pregiudizi e ritrosie nell’incontro con altre persone, per ricercare invece, a partire dal comune interesse per l’argomento proposto, ciò che immediatamente può aiutare a dialogare insieme.
Report incontro 11 ottobre 2017
Sei partecipanti al primo incontro sul dono a Lecce, per una sala che di sedie libere ne avrà avute una cinquantina.
Più che il numero di partecipanti è il carattere e l’intensità dell’energia che si procura la cosa più importante. Energia alquanto favorevole ed intensa; pertanto si può dire che l’incontro sia andato bene.
Come preludio il brano di una novella di Aldo Palazzeschi il cui protagonista rappresenta il paradosso di un narcisismo sbrigliato da ogni remora, completamente ripiegato su se stesso!
La parola ai presenti, potendo dire di sé o in merito al brano appena letto.
Quindi il verbatim:
“La sera si mangiava budino e un po’ di pancetta, ma io non avevo nessuna voglia di mangiare, e andavo in giro per il reparto raccattando cicche. Questo fatto veniva interpretato come una forma di malattia. Invece io avevo bisogno di un pacco di biscotti, di una carezza. E in quella cicca vedevo il dono che mi era mancato. “
Alda Merini, L’altra verità, Rizzoli
Queste le riflessioni scritte (in forma anonima) dai partecipanti all’incontro:
- Penso che, a volte, si trovano delle soluzioni alternative per riempire dei vuoti. Quando ci manca qualcosa e non possiamo avere ciò che vorremmo, può capitare che utilizziamo mezzi alternativi. Questi ultimi in parte ci fanno dimenticare quello che desideriamo oppure ci appagano immediatamente di un desiderio nascosto.
- La solitudine nella moltitudine.
- Si intuisce una terribile mancanza di affetto e di punti di riferimento.
- Cercava un riconoscimento.
- Nella contraddittorietà di “non aver voglia di mangiare” di avere invece bisogno di un pacco di biscotti, di una carezza” (?) leggo la enorme difficoltà a trovare amore in un luogo in cui l’unico dono sono le cicche raccolte per terra, qualcosa che non appartiene più a nessuno, trattandosi di un RIFIUTO.
- Non m’interessano i cibi prelibati ma un semplice pacco di biscotti, e soprattutto tante carezze che mi erano mancate.
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“I begli incontri sul dono, tenuti dallo psicologo e psicoterapeuta Luciano Provenzano al Conservatorio Sant’Anna di Lecce, sono essi stessi un dono! Io vi partecipo, e voi?” (post di Mariateresa Crespini su FB)