Promuovere la dimensione umana e psicologica in tempo di coronavirus

Gestalt House APS

Insieme possiamo
Stop coronavirus

aprire finestre di dialogo e d’incontro 

video-incontri collettivi

-aperti e gratuiti-

su temi di vita personale familiare e sociale

ogni giorno dalle ore 18 alle 19.30

fino al 3 maggio 2020

link per scaricare l’applicazione e collegarsi
https://zoom.us/j/667482512

Agile flusso mentale agevola metabolismo nel corpo quasi quanto passeggiare fra prati, evitando ristagno di pensieri nella mente, e aprendo a sviluppi creativi per uno sguardo più adeguato al presente.

Un banale ritorno alla “normalità”, dopo il coronavius non è ciò che Luca Isernia auspica, e ne dice le ragioni in quest’articolo

..Non voglio tornare ad una “normalità” in cui le strade e le piazze della mia città sono congestionate dal traffico di auto e camion e autobus che, tutti insieme, per necessità o per comodità pigra e indolente dei miei concittadini, si aggirano come trottole impazzite e producono l’orribile cacofonia strazia orecchie che è la colonna sonora delle nostre giornate. Perversa colonna sonora i cui strumenti sono clacson assordanti suonati per un nonnulla e il rumore di centinaia di motori, che, dai loro tubi di scappamento, ci vomitano addosso miasmi inquinanti, puzzolenti, pestiferi. No, non voglio tornare a quella “normalità”…. >>>

2 aprile

Si diceva, si sperava per il 3 aprile, ma ora andremo al 13, ma non è detto che basti.

Il distanziamento sociale è ancora necessario; ma sentirsi vicini lo è ancora più.

Sentirsi vicini permette di elaborare i momenti difficili, cioè di capire meglio cosa succede nelle situazioni che viviamo e le ripercussioni personali che ne derivano.

Anche se fisicamente non possiamo, virtualmente SI, possiamo fare gruppo per un  dialogo insieme su quanto ci sta a cuore: dalle ore 18 anche oggi.

1 aprile

C’è già chi la racconta al futuro:

“Anno 2030: nonna raccontami di quanto l’Italia …. E la nonna cominciò: era l’anno 2020, dieci anni fa. All’improvviso un’epidemia investì tutto il mondo … l’Italia fu colpita prima di tutti in Europa; tanti morti; eravamo tutti chiusi in casa; paura, diffidenza; gli ospedali erano pieni di gente. Durò alcune settimane; fu dura…. Tutti gli italiani dettero prova di grande esempio e spirito di sacrificio. Le persone riscoprirono il valore dell’aiutarsi a vicenda. (

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3230366343720772&id=100002423130453 )

Noi più semplicemente possiamo raccontarcela al presente.

Raccontarsi le cose che ci accadono aiuta ad elaborarle, a comprenderle meglio, come quasi digerirle in maniera più adeguata, perché non restino come pietre indigeste nello stomaco

Anche oggi, dalle ore 18,  per chi desidera, ci saremo: insieme è meglio!

*

31 marzo

Sugli arcobaleni che compaiono dai balconi e sui media con la scritta “Andrà tutto bene”, nel mio cuore ci aggiungo sempre:  “ci ole Diu”. E oggi lo scrivo anche su uno comparso ieri in internet.

Era, è vero, un’espressione, un po’ sdrucita dall’uso frequente in molte nostre famiglie, ma che al fondo rivelava un sentimento di fiducia in Dio, ritenendo di non poter contare esclusivamente sulle capacità umane.

Non tanto l’assenza di quell’espressione in sé  -che la si potrebbe serbare in cuore-,  ma problema sarebbe se venisse a mancare invece il sentimento che ne sta alla base.

Mi chiedo: se pur non  più largamente usata quell’espressione, come coltivare il sentimento di fiducia in Dio nel nostro vivere odierno?

*

*

30-marzo

Buongiorno, suggerisco di seguire la pagina di Guido Silvestri, medico e scienziato italiano che vive e lavora ad Atlanta US, con i suoi resoconti quotidiani molto attenti e scrupolosi sul coronavirus e buona carica di fiducia https://www.facebook.com/guido.silvestri.9

Dalle 16 anche oggi ci saremo. Sono scarsissime le adesioni e i contatti. Forse non serve? Forse è ritenuto complicato collegarsi? C’è ritrosia a poter eventualmente incontrare anche persone nuove?

Noi ci siamo perché una ringhiera o un parapetto, anche se non vengono utilizzati, offrono a chi vi passa vicino maggiore sicurezza per il rischio che il luogo comporta.

E comunque, dalle 18.30 Veronica Mastrogiovanni sarà presente con la sua proposta di dialogo sull’amicizia.

29-3

Urbano Cairo, patron di molte testate giornalistiche e televisive nazionali dice ( https://m.youtube.com/watch?v=1O2aZb5tEC8&feature=youtu.be&fbclid=IwAR2ElYAWCNsXvmYF7By7QY5keAM_qK5KKcffn_hEIhh0FsSg4gd_f9E1oq0 ) che in questo periodo sta guadagnando molto di più, perché la gente, stando di più in casa, è attratta dalle notizie sulla situazione in atto, guarda di più TV e giornali, e di conseguenza aumentano gli investimenti delle aziende per la pubblicità.

Un conto è l’aggiornamento utile sulla situazione, ma stare troppo a guardare TV è deleterio: addormenta le coscienze, a lungo andare crea passività e rassegnazione.

Sviluppiamo contatti e relazioni sociali, favoriamo maggiore vitalità ed entusiasmo per guardare con più fiducia alla situazione che stiamo vivendo. La proposta dei video-incontri è un’opportunità in tal senso. Fino alle 19 ci siamo anche oggi.

-un brano che apre alla speranza-
I Can See Clearly Now 
JIMMY CLIFF

Ora posso vedere chiaramente

Vedo chiaramente ora che la pioggia è sparita

Riesco a vedere tutti gli ostacoli sulla mia strada

Sono finite le nuvole scure che mi hanno reso cieco
Sarà un luminoso giorno

Oh, sì, ora posso farcela, il dolore è sparito
Tutti i cattivi sentimenti sono scomparsi
Ecco quell’arcobaleno per cui ho pregato
Sarà un giorno luminoso

Guardati intorno, non ci sono altro che cieli blu

Guarda dritto, non ci sono altro che cieli blu

Vedo chiaramente ora che la pioggia è sparita

Riesco a vedere tutti gli ostacoli sulla mia strada
Ecco quell’arcobaleno per cui ho pregato
Sarà un giorno luminoso

28-3

A chi posso telefonare?

Vorrei sentire qualcuno.

Stanco del televisore, dei notiziari, stanco di girarmi fra stanza e stanza.

Vorrei incontrare qualcuno per scambiare qualche parola in più.

Ci siamo anche oggi fino alle 19 per dialogare insieme su quanto Ti sta a cuore; e se connessi insieme, realizzare un gruppo allargato di dialogo e d’incontro.

*****-

sabato, 28 marzo 2020 su FB da Veronica Mastrogiovanni

Ciao a tutti, vorrei riproporvi l’iniziativa proposta da Luciano Provenzano di creare uno spazio comune dove poterci incontrare virtualmente e confrontarci su tematiche sempre attuali o magari, perché no, per prendere un caffè da casa tutti insieme.
Chiunque ne abbia voglia lunedì dalle 18.30 possiamo vederci virtualmente grazie a questa genialata di nome “Zoom” che è un’applicazione che potete scaricare dal seguente link o dal vostro playstore.

Scarica l’applicazione e collegati da https://zoom.us/j/667482512
*

Grazie Veronica.  Conoscerti e conversare online con te  oggi è stato piacevole.
Attivare un canale per sviluppare relazioni e amicizia
nel contesto delle difficoltà attuali è l’obiettivo della proposta associativa di GestaltHouse Aps.
Tenere vivo il senso del vivere insieme per non chiudersi in se stessi ed evitare quindi  che prevalga il senso di paura, sono condizioni essenziali per ravvivare le difese immunitarie a livello personale e sociale.
Ben venga l’appuntamento che fornisci per lunedì alle ore 18.30.  Anche lunedì, comunque, la piattaforma sarà disponibile per chi desidera collegarsi, fin dalle ore 16, come ogni giorno, in questa fase.

27 marzo
Ciao

Qui la locandina fatta in casa.

Anche la pagina web, come del resto l’intero sito: https://gestalt-house.com/ferma-coronavirus/

Ed oggi, come da qualche giorno, alle ore 16 apriremo l’incontro virtuale per chi intende partecipare,  sugli aspetti psicologici di questa crisi:

paura per le notizie delle fonti d’informazione sulla situazione generale; paura per le ripercussioni economiche;  paura per sé, per i propri cari, per il proprio Paese, di restare contagiati o che i casi aumentino. E l’impatto di restare in casa, per le tante occupazioni fuori interrotte, l’assidua vicinanza nei rapporti che può procurare tensioni, il dover gestire la richiesta di rassicurazione dei bambini, l’aggravio per chi vive fragilità e per chi assiste.

Se qualcuno lo desidera, noi ci siamo, per un dialogo insieme, perché parlare può aiutare ad affrontare meglio le difficoltà.

Ci si collega scaricando l’applicazione da https://zoom.us/j/667482512

Se s’incontra difficoltà nella connessione sono disponibile per fornire indicazioni con SMS al n. 3273816497

Città di  Parabita (Lecce)

Nessuno è solo

Servizio Comunale
di Assistenza  Psicologica Volontaria

Stefano Massini, con un intervento appassionato, cerca di dar voce all’aspetto emotivo di questa immane vicenda:

Vi è un’emergenza emotiva in atto

La condivisione delle esperienze è necessaria per l’equilibrio psicologico

Parlare-parlarsi è fondamentale, il silenzio genera mostri.

Indicatore di Resistenza Emotiva – Il racconto di Stefano Massini >>>

Piazza Pulita 26/03/2020

Gigi Prete  “I GIORNI NEI PRESSI DELLA TRINCEA”

Gigi Prete dal 23 di febbraio 2020, quotidianamente, sta tenendo un diario su FeceBook, dal titolo “I GIORNI NEI PRESSI DELLA TRINCEA”;

E’ una documentazione di  esperienze e stati d’animo che il coronavirus sta determinando. Col suo permesso, ringraziandolo, qui ne sono riportate alcune.

Qui alcune pagine del diario >>>

VirusPoesia

Da coltri d’incertezza

sguardo sfugge

ad aprire

oltre,

parola a ricomporre, potendo,

esperienze a frammenti

sempre più ridotti

Evolute tecniche e

divani garantiti

precipitati nell’attimo

in remoti antri

da cui

fantasmi assumono

sembianze nuovamente attuali

Da coltri d’incertezza

se stessa natura ricompone

scoprendo fragilità di mondo e

d’esistenze.

Luciano Provenzano

Un racconto di Alessandro Frezza

E se immaginassimo così la nostra quarantena?

ripreso da la parola.it

“Capitano, il mozzo è preoccupato e molto agitato per la quarantena che ci hanno imposto al porto. Potete parlarci voi?”
“Cosa vi turba, ragazzo? Non avete abbastanza cibo? Non dormite abbastanza?”
“Non è questo, Capitano, non sopporto di non poter scendere a terra, di non poter abbracciare i miei cari”.
“E se vi facessero scendere e foste contagioso, sopportereste la colpa di infettare qualcuno che non può reggere la malattia?”
“Non me lo perdonerei mai, anche se per me l’hanno inventata questa peste!”
“Può darsi, ma se così non fosse?”
“Ho capito quel che volete dire, ma mi sento privato della libertà, Capitano, mi hanno privato di qualcosa”.
“E voi privatevi di ancor più cose, ragazzo”.
“Mi prendete in giro?”
“Affatto… Se vi fate privare di qualcosa senza rispondere adeguatamente avete perso”.
“Quindi, secondo voi, se mi tolgono qualcosa, per vincere devo togliermene altre da solo?”
“Certo. Io lo feci nella quarantena di sette anni fa”.
“E di cosa vi privaste?”
“Dovevo attendere più di venti giorni sulla nave. Erano mesi che aspettavo di far porto e di godermi un po’ di primavera a terra. Ci fu un’epidemia. A Port April ci vietarono di scendere. I primi giorni furono duri. Mi sentivo come voi. Poi iniziai a rispondere a quelle imposizioni non usando la logica. Sapevo che dopo ventuno giorni di un comportamento si crea un’abitudine, e invece di lamentarmi e crearne di terribili, iniziai a comportarmi in modo diverso da tutti gli altri. Prima iniziai a riflettere su chi, di privazioni, ne ha molte e per tutti i giorni della sua miserabile vita, per entrare nella giusta ottica, poi mi adoperai per vincere.
Cominciai con il cibo. Mi imposi di mangiare la metà di quanto mangiassi normalmente, poi iniziai a selezionare dei cibi più facilmente digeribili, che non sovraccaricassero il mio corpo. Passai a nutrirmi di cibi che, per tradizione, contribuivano a far stare l’uomo in salute.
Il passo successivo fu di unire a questo una depurazione di malsani pensieri, di averne sempre di più elevati e nobili. Mi imposi di leggere almeno una pagina al giorno di un libro su un argomento che non conoscevo. Mi imposi di fare esercizi fisici sul ponte all’alba. Un vecchio indiano mi aveva detto,anni prima, che il corpo si potenzia trattenendo il respiro. Mi imposi di fare delle profonde respirazioni ogni mattina. Credo che i miei polmoni non abbiano mai raggiunto una tale forza. La sera era l’ora delle preghiere, l’ora di ringraziare una qualche entità che tutto regola, per non avermi dato il destino di avere privazioni serie per tutta la mia vita.
Sempre l’indiano mi consigliò, anni prima, di prendere l’abitudine di immaginare della luce entrarmi dentro e rendermi più forte. Poteva funzionare anche per quei cari che mi erano lontani, e così, anche questa pratica, fece la comparsa in ogni giorno che passai sulla nave.
Invece di pensare a tutto ciò che non potevo fare, pensai a ciò che avrei fatto una volta sceso. Vedevo le scene ogni giorno, le vivevo intensamente e mi godevo l’attesa. Tutto ciò che si può avere subito non è mai interessante. L’ attesa serve a sublimare il desiderio, a renderlo più potente.
Mi ero privato di cibi succulenti, di tante bottiglie di rum, di bestemmie ed imprecazioni da elencare davanti al resto dell’equipaggio. Mi ero privato di giocare a carte, di dormire molto, di oziare, di pensare solo a ciò di cui mi stavano privando”.
“Come andò a finire, Capitano?”
“Acquisii tutte quelle abitudini nuove, ragazzo. Mi fecero scendere dopo molto più tempo del previsto”.
“Vi privarono anche della primavera, ordunque?”
“Sì, quell’anno mi privarono della primavera, e di tante altre cose, ma io ero fiorito ugualmente, mi ero portato la primavera dentro, e nessuno avrebbe potuto rubarmela piu”.