Dal 1 al 13 maggio 2019, dalle ore 18 alle 20, come Gestalt House APS è stata promossa l’iniziativa Spazio Sociale Aperto, nell’atrio di Palazzo Ferrari, come opportunità d’incontro per
Dialogare insieme su aspetti vivi della nostra cultura,
del vivere oggi,
dei problemi e delle risorse per affrontarli,
per preservare il senso di socialità e
aprire speranze al futuro



Un criterio per valutare la riuscita di un pubblico incontro a livello cittadino è di solito il numero di partecipanti, ma in questo caso la maggiore attesa era riposta maggiormente nell’intensità del confronto, e questa c’è stata. Questi alcuni temi e riflessioni emerse nei vari incontri:
- A livello sociale sono venuti meno luoghi d’incontro tradizionale come la piazza o altri riferimenti nel Paese come “a sutta a porta” dove la gente un tempo si riuniva numerosa.
- A fronte dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo sotto molti aspetti (innovazione tecnologica, assetto urbano, trasformazione della vita nelle famiglie), non corrisponde un livello adeguato di dialogo fra le persone per poter capire questi cambiamenti, per poterli adeguatamente assimilare e per farvi fronte in maniera più adeguata. Si constata un maggiore isolamento fra le persone, una certa tendenza ad assolutizzare ciascuno il proprio punto di vista, con un aumento del rischio di sviluppare forme di malessere e di patologie.

Etimo del toponimo “Parabita”, riferimento: Guido Borghi, “Blera e Lupatia, toponimi peucezio-messapici”, su l’Idomeneo, rivista del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, n. 25/2018: “Tra Salento e Puglia: Lingue e Culture in contatto”, a cura di Antonio Romano

Spazio Sociale Aperto, 7 maggio 2019, incontro fra i due candidati sindaco Tiziano Laterza e Stefano Prete. Virgoletto alcune osservazioni e proposte emerse:
“Una “pratica di civile confronto era già partita in precedenza”, ed è continuata anche oggi. “Questo è un dato culturale essenziale, in quanto permette di superare il vecchio metodo della contrapposizione.”
“Non è utile parlare del passato, ma mettere in pratica un metodo che lo superi.”
“Occorre distinguere fra buoni propositi e fattibilità delle proposte.”
“Occorre fare campagne formative per educare i cittadini al dialogo.”
“A Parabita vi è un deficit sotto il profilo democratico, sociale e culturale.”
“Inquadrare Parabita in un ottica di ‘Città policentrica’.”
“Per la fogna bianca la spesa da preventivare è notevole – almeno 15 milioni di euro – ma è possibile far ricorso al ‘fondo di rotazione’ e ad altre modalità di reperimento delle somme, quali ‘i progetti ponte’ e i ‘progetti coerenti’. “
“Si potrebbe creare la “Cittadella della Salute” a Parabita avvalendosi di finanziamenti per servizi della terza età.”
A Spazio Sociale Aperto incontro con alcuni ex emigranti i quali hanno parlato delle loro storie, degli anni in Svizzera; del forte legame che si stabiliva fra emigranti di tutte le Regioni italiane: da Trieste alla Sicilia. “C’era molta fraternità fra di noi, e si trascorreva insieme il tempo libero, con feste, tornei e varie occasioni d’incontro.” C’era una struttura chiamata “Colonia libera” che serviva ad un tempo, sia per aiutare le persone a svolgere le varie pratiche burocratiche che per promuovere le iniziative di socializzazione. Le donne partecipavano in maniera attiva alle iniziative, e in quegli anni avvertivano un certo disagio nel tornare in Italia perché qui c’era ancora una forte chiusura per un ruolo di protagonismo sociale della donna. Negli anni ’60 in Svizzera c’erano circa 600 mila italiani, tantissimi, rispetto alla popolazione autoctona. L’appuntamento del sabato pomeriggio faceva convergere tutti sul piccolo schermo per “Un’ora per voi”, trasmissione della TV Svizzera per gli Italiani, con Corrado e Mascia Cantoni.
Ancora forte il ricordo dell’urlo collettivo in treno appena passata la frontiera, a Chiasso, nel tornare per le vacanze in Italia. E nel tornare su, “appena passata la frontiera, stranamente il vino all’improvviso andava a male”, quasi che neanche’esso voleva fare quel viaggio. E comunque, nonostante il grande lavoro, i sacrifici, la Svizzera ha rappresentato una grossa opportunità per migliorare il tenore di vita per tanti e tanti italiani, per cui insieme a tanti ricordi permane un sentimento di riconoscenza.
Un video della Famiglia “Giacomo Giaffreda” viene messo a disposizione (grazie!): è uno spezzone di 6’ di una trasmissione realizzata a Parabita dalla TV Svizzera fra il 1955/’56.
L’intento di fondo è di tenere vivo un sentimento di riconoscenza per quell’esperienza che è stata l’emigrazione, e che ha riguardato tanti padri e madri, fratelli e sorelle, per il tanto lavoro realizzato lontano da casa, dal proprio paese, dalla propria terra.
Ora ne parliamo con disinvoltura, ma in quegli anni la vita di chi è stato costretto a emigrare ha rappresentato un’esperienza che merita di essere sempre ricordata.
Anche oggi il fenomeno dell’emigrazione torna di attualità, per i tanti giovani che sono costretti a cercare lavoro lontano da Parabita, dal Salento, dalla Puglia, dall’Italia, e per tanti che da Paesi lontani cercano di arrivare in Italia.
Il problema è arduo, ma è importante tenere aperta la propria sensibilità umana e intellettiva per non dimenticare e per far sì che l’esperienza passata torni di aiuto per affrontare più adeguatamente i problemi dell’oggi.
Mi rendo conto che alcune immagini del video non sono congruenti con il nostro Paese, nel montaggio probabilmente potrebbe esserci stato un rimescolamento con riprese di altre zone della Puglia o del Salento, attribuendole a Parabita.
Per le significative esperienze incluse a commento del video segnalo un altro gruppo FB attraverso cui il video è stato diffuso: Sei di Parabita se….

Spazio Sociale Aperto, Giuseppe Greco legge poesie
Spazio Sociale Aperto ha inteso essere una proposta ed una provocazione (in senso buono): a fronte del travaglio epocale che stiamo vivendo le persone sembrano essere quasi smarrite; chi può si rintana in abituali ritualismi in circoli ristretti; i giovani sfuggono e appena possono vanno via; il disagio sociale aumenta; la comunicazione prende costantemente mille forme e difficilmente si addiviene ad una comprensione condivisa. Si avrebbe bisogno di un qualche punto di riferimento, da elaborare e costruire con l’energia di passato che ci ha visti nascere, i piedi al presente che ci tiene in piedi ed un futuro carico di tutto il bene di cui si sia capaci. Da questa proposta una scommessa pertanto: di riuscire ad inventare il nuovo, e sarà tale solo se si riesce ad inventare nuove forme_modi_parole per stare insieme.