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La dimensione psicologica, nella nostra cultura, in Italia, è ancora troppo sottovalutata.
È essenziale il cibo alimentare ma dovrebbe esserlo altrettanto il nutrimento psicologico. Ed è nutrimento psicologico la dimensione relazionale, quanto apre alla vita e alla reciprocità dei rapporti: il respiro, il guardarsi negli occhi o il sapersi all’occorrenza distanziare, il saper amare, la consapevolezza di sé, una soddisfacente capacità percettiva ed espressiva.
Cosa apre il respiro e cosa lo ostacola? quando l’affetto fa crescere e quando diventa soffocante? come riuscire a sentire un po’ più se stessi e abbassare l’interferenza del vociare del mondo? e accogliere anche benevolmente le proprie paure ma evitando che diventino le cocchiere della propria esistenza?
Lavoro psicologico è crescere interiormente, per essere e diventare, come nel fisico, grandi anche nella psiche: persone maggiormente complete.
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“valgo quanto più sono conosciuto, se non sono conosciuto valgo poco; se gli altri mi leggono vuol dire che le mie cose valgono e quello che esprimo è importante e quindi sono una persona di valore . Se ricevo pochi likes valgo poco e niente perché vuol dire che nessuno o quasi gradisce le mie cose. Vivo molto dell’immagine che mi rimanda il consenso sociale.”
Il bisogno di conferma esterna svuota e annichilisce la dimensione interiore di sé. Il bisogno di risultare visibile agli occhi del mondo può associarsi ad una conseguente assunzione di peso, ad un ispessimento adiposo.
Un buon lavoro psicologico può aiutare a dare maggiore valore alla propria interiorità, per diventare più forti dentro e relativizzare le opinioni altrui su di sé.
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«Preferisco non fare lavoro psicologico su di me perché non voglio entrare in crisi. So bene che alcune cose non vanno, che dipendo ad esempio un po’ troppo dal consenso sociale e che ho delle paure che non mi permettono una vita tranquilla. Ma so che se entro in me stesso a guardare in maniera più da vicino questi aspetti ne esco più scoraggiato. Meglio restare come sto.»
Ma non entri da solo in te stesso; lo facciamo insieme il lavoro psicologico: io fungo da guida e ti accompagno. I passi da fare li valuteremo insieme. Non ti sentirai solo.
La capacità di accompagnare il soggetto nei suoi percorsi interiori determina la qualità dell’intervento psicologico.
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Ogni azione umana (anche la parola è un’azione) riserva una valenza immediata ed una cosmica. Naturalmente si è portati a cogliere – chi più chi meno, quando più e quando meno – taluni aspetti della valenza immediata, mentre ci resta alquanto oscuro e imperscrutabile il connotato della valenza cosmica del nostro agire.
Determiniamo – per quanto si sia in grado, in ragione anche dell’incidenza dell’organizzazione sociale – le condizioni del nostro vivere e di coloro con cui siamo in rapporto. Al contempo, contribuiamo, pur in maniera infinitamente piccola ma pur sempre essenziale, a determinare anche lo stato dell’universo cosmico.
Una maggiore consapevolezza sulle caratteristiche e gli effetti del proprio agire nella condizione immediata apre alla possibilità di percepire un po’ più la connotazione cosmica del proprio agire.
La psicologia aiuta a maturare tale consapevolezza.
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Intimamente intessute in sé, sono tre le dimensioni che compongono l’essere vivente: corporea, psichica e spirituale.
Si ritiene generalmente che la dimensione psico-somatica compendi l’essenza dell’essere, mentre la spirituale è considerata una sovrastruttura riferibile ad una soggettiva opzione religiosa, ed alquanto sottovalutata nel riferimento.
Riferite in maniera essenziale, ciascuna, alle funzioni dell’essere le si può così ravvedere:
- Corpo-soma: apparato digestivo, di tenuta a terra e viscerali istinti;
- psichico-relazionale: apparato respiratorio, essenzialità dello scambio permanente col mondo, con sensibilità ed espressività;
- spirituale-trascendente: funzione di mente ed intelletto, parte di cielo dentro sé.
Ognuna, pur nella propria specificità, include al contempo le altre due, ed il cui prendersi cura contribuisce a sostenere il realizzarsi dell’essere nella propria soggettività.
Consapevolezza di sé nel grande cielo della vita, relazioni aperte alla fiducia, cibo essenziale come nutrimento nel cammino gli elementi necessari per una dignitosa esistenza.
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Tanto parlare di cibo oggi: cucine, piatti tipici, fast food, ricette salutiste!
Ingeriamo cibo ma ingeriamo – portiamo in noi – l’aria che respiriamo e quanto percepiamo con i nostri sensi: sono cibo le relazioni, è cibo lo studio, le arti, meditazione e preghiera, per chi le pratica.
Vi sono cibi buoni che nutrono, alimentano e fanno crescere, e cibi cattivi che danneggiano, provocando alterazioni d’equilibrio e malattie.
Gli effetti dell’alimentazione per le varie connotazioni che la caratterizzano, quindi anche sotto l’aspetto delle relazioni e degli stili di vita, sono ben spiegate in questo libro:
HARI SHARMA, RADICALI LIBERI – COME COMBATTERLI PER PREVENIRE L’INVECCHIAMENTO E LE MALATTIE, ED. TECNICHE NUOVE, Milano, 1995, da cui traggo (pag. 132)
“Attraverso l’ azione del sistema limbico, particolari stati psicologici ed emozionali assumono una forma molecolare. Quando guardiamo un film d’azione, cominciamo a sentire un certo nervosismo allo stomaco e le mani sudate.
Significa che sono stati liberati particolari messaggeri chimici. Il corpo è stato influenzato da quello che appare sullo schermo. Le emozioni suscitate dal film sono in relazione con l’attività del sistema limbico.
In questo senso, il corpo metabolizza il contenuto emotivo di ogni esperienza che realizza. La felicità che si registra nella regione limbica stimola la liberazione di una cascata di sostanze chimiche da parte dell’ipotalamo e dell’ipofisi con cambiamenti fisiologici corrispondenti in ogni parte del corpo. La tristezza crea un’altra cascata e un’ altra fisiologia. Diventiamo quello che proviamo. Persino gli umori passeggeri, modificati da pensieri passeggeri, cambiano l’ output biochimico di questo sistema. Vengono prodotti neuropeptidi e ormoni diversi che hanno effetti diversi in tutto il corpo. Il contenuto della coscienza altera la fisiologia.”
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Parole come pietre:
- edificano e fanno crescere la casa, il cuore, quelle sagge e vere;
- improvvide sulla strada – sbrodolarsi fra parole dette ed ascoltate – intoppano e disagiano il percorso;
- lanciate contro, feriscono e possono perfino uccidere.
Percepite quando ormai dette, sorgono nel più recondito di sé, e ne sono espressione viva e diretta. Leggendole per il connotato espresso si perviene a quell’interiore che le ha prodotte.
Lavoro psicologico è lavoro con la parola soprattutto, nell’intento di:
- migliorare ulteriormente la tenuta della casa, dotandola di maggiore sicurezza e perfino ampliata se lo si voglia e sia possibile;
- trasformare le improvvide: ché da ostacolo divengano risorsa;
- attenzione estrema ai lanci, che li si subisca o li si realizzi: in assenza di opportuna revisione è rappresentarsi mine vaganti o vaganti fra mine;
Lavoro sulla parola è lavoro psicologico.
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Le parole non dette:
- quelle ancora incomplete, non mature del tutto, in cerca del vestito o momento migliore, forse un po’ troppo ragionate, ma capaci, all’occasione, di spiccare il volo e aprirsi all’orecchio;
- quelle tenute in riserva, accumulate da tempo, meglio sempre una di meno, e contare fino a dieci a dirne anche una;
- quelle sepolte nel cuore, strozzate sul nascere, ché non si sappia e non si dica, anche, volendo, parlare di tutto senza dire niente di sé, ogni dire interdetto.
Lavoriamo per maturare parole capaci di traghettare l’interiore sentire in esperienze di contatto; interiore storia di sé: ogni tratto vissuto, i volti incontrati, i ricordi, l’attuale presente, sogni, paure, desideri e speranze; questo mondo da dipanare come un filo buono a tessere relazioni.
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Fra identità e diversità oscilla ogni percorso di vita, fra quanto di sé resta uguale e quanto muta e si trasforma. Se stessi, lo stesso fiume; acqua, il tempo che vi scorre nuova e diversa ad ogni istante. Taluni fattori, genetici, relazionali e di carattere permangono uguali; tal altri mutano, perlopiù profondamente in ragione delle età, delle scelte ed esperienze.
Lavoro psicologico possibile, inerente, sia per aspetti identitari da custodire e preservare integri, o altri da rendere maggiormente fluidi e dinamici nel volgere del tempo e degli eventi, o altri ancora da trasformare radicalmente per quanto di necessità.
Quel fiume lo si vorrebbe talvolta ingenuamente rallentare nel suo fluire, o si è costretti ad inseguirlo per recuperarlo come tempo perduto, mentre lo si può accompagnare al meglio, col passo del respiro, il cuore che vi batte all’unisono e con parole che esprimano il senso del procedere.
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Una pelle non tangibile conforma la dimensione psichica, con carattere essenziale di porosità che schiude all’osmosi fra sé e il mondo, per ogni grado di relazione che si sviluppi. È fattore essenzialmente protettivo, costituisce confine di contatto, salvaguarda l’identità essenziale di sé, la pelle psichica. Deputata idealmente a filtrare quanto dall’esterno perviene e si colga, creando distinzione fra sé e il mondo, evitando di creare agglomerato indistinto fra quanto si giunga a percepire da fuori e il proprio sentire profondo. In concreto, si caratterizza per buona dose di inconsapevolezza di quanto in tale scambio si realizza, giacché per gran parte automatico, non sottostante del tutto al vaglio della volontà.
Maturare consapevolezza nel lavoro psicologico per sostanziare la pelle psichica, evitando che si corazzi, da un lato, né che diventi oltremodo esile, onde custodire adeguatamente l’essenziale sé.
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Sex/sesso/(sezione), è l’intima dimensione di sé che si svela e riconosce come parte di un tutto/insieme, e al quale si tende in cerca di completamento nella reciprocità di una relazione erotico/amorosa dal cui svolgersi scaturisce istintivo desiderio d’unione con l’altra/altro da sé.
Oggi agevole diffusa contraccezione sganciano sessualità da legame naturale da sempre avuto con gravidanza e parto, con insito rischio di vita che vi comportava frequente per madre e nascituro, e conseguenti paure stratificatesi in tabù. Impostazioni dottrinali e pedagogiche ne hanno rinforzato a dismisura il senso giungendo a scindere ideale procreativo da relazione erotico/amorosa, attribuendo a quello un valore prevalente rispetto a questa. Erotismo e amore, linguaggio da apprendere e coltivare, anzitutto, possibilmente in famiglia, dall’amore fra loro dei genitori.
Natura regola passioni animali con i cicli di fertilità. Per l’essere umano sia la cultura a offrire strumenti a sviluppare regole necessarie a governare i moti istintivi e passionali che se lasciati bradi lo sovrastano e annientano. Anche lavoro psicologico atto a questo